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Natura e Tecnologie digitali: quali sono gli effetti sul benessere psico-fisico dei bambini?

L’aumento esponenziale dell’uso dei media digitali nell’ultimo decennio, complice il ricorso a strumenti quali la Didattica a Distanza e lo Smartworking utilizzati per fronteggiare la recente pandemia di Covid 19, sta radicalmente cambiando il modo di vivere di tutti.

Osserviamo che anche i bambini sono sempre più degli utilizzatori autonomi di dispositivi digitali, quali ad esempio il computer, le playstation o gli smartphone per la fruizione di videogiochi. Alcuni di loro già verso la fine della scuola primaria, vengono dotati di telefono cellulare, spesso con funzioni multimediali. La tecnologia digitale è presente in modo così massiccio nella vita moderna che Prensky nel 2001, nel suo celebre articolo “Digital Natives, Digital Immigrants” formulò la nota definizione di “Nativi digitali” per descrivere i ragazzi di oggi (coloro che fin dalla nascita sono immersi e hanno vissuto a stretto contatto con le tecnologie della comunicazione digitali quali blog , chat, messaging istantanee etc) , distinguendoli dagli adulti definiti invece “Immigranti digitali”.

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L’obiettivo del seguente articolo non è quello di trovare risposte alle tante domande che in questo peculiare periodo critico emergono e si moltiplicano, ma al contrario provare a riflettere sui possibili rischi che questa perdurante situazione di pandemia può causare per la nostra salute mentale. Il pericolo su cui si vuole porre l’attenzione è quello di una possibile cronicizzazione del distanziamento emotivo e relazionale fra gli individui.

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Secondo i dati del report periodico dell’Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità (aggiornato al 4 novembre 2020), l’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (età mediane : donne 85 – uomini 79). Gli effetti più gravi sulla salute fisica, quindi , di questa pandemia ricadono principalmente sugli anziani. Non si può dire lo stesso per l’impatto psicologico causato dalla malattia e dalle misure di restrizione atte a contenere la pandemia , esso infatti appare da tanti punti di vista trasversale alle varie fasce di età della popolazione.

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Obiettivo. Descrivere le maggiori reazioni emotive dei fratelli di bambini con tumore attraverso l’analisi dei loro colloqui psicologici clinici.
Metodo. Presso la S.C. Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, all’interno del percorso di cura di bambini e adolescenti affetti da patologia oncologica, è stato offerto un percorso di sostegno psicologico dedicato ai fratelli. Il percorso ha seguito un approccio psicodinamico con un setting flessibile in linea con i bisogni e le necessità del singolo individuo. Negli ultimi 5 anni 35 fratelli (N. femmine: 19; range età: 4-22; N. donatori: 9) hanno beneficiato dei colloqui clinici. Sul protocollo dei colloqui è stata condotta un’analisi qualitativa di tipo molecolare.
Risultati. L’analisi ha consentito di individuare tre macrocategorie riguardanti gli stati emotivi maggiormente espressi dai fratelli: depressione e sofferenza, rabbia, ansia. Lo stato emotivo dell’ansia risulta differente tra fratelli donatori e fratelli non donatori.
Conclusioni. Si è quindi evidenziato che, accanto ai fratelli iper-responsabilizzati e soli, descritti in Letteratura, vi sono quelli arrabbiati e ostili, sulla base di un assetto narcisistico, la cui modulazione necessita di un intervento a lungo termine. In tutti gli altri casi ricevere accompagnamento e sostegno all’esperienza in atto risulta protettivo per l’equilibrio emotivo dei fratelli sani e per la qualità delle dinamiche familiari.

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Il testo rappresenta una rielaborazione del contributo “L’intervento di psicoterapia psicodinamica. Illustrazione di casi clinici” presentato nella Sessione “Aspetti riabilitativi nei disturbi da Tic e nella Sindrome di Tourette”, nell’ambito del Convegno “I disturbi da Tic e la Sindrome di Tourette: nuove prospettive eziopatogenetiche e terapeutiche”, Torino, 23-24 settembre 2010.

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Introduzione: E‟ nota, in letteratura, l‟associazione della TS con altri disturbi psicopatologici, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbi d‟ansia, di personalità, disturbi da deficit di attenzione e iperattività e comportamenti etero e/o autoaggressivi. Scopo del presente studio è quello di valutare la presenza di caratteristiche di personalità e/o psicopatologiche di base dei soggetti con TS, al di là della comorbidità specifica, e di esplorare l‟importanza e l‟utilità del test di Rorchach in questi pazienti.
Materiali e metodi: Il campione clinico in studio è composto da 30 soggetti che hanno ricevuto la diagnosi di “Sindrome di Tourette”, secondo i criteri DSM IV TR (1) e diagnosi di “sindrome di Tourette plus” secondo Robertson (2) sottoposti a valutazione mediante il test di Rorschach; i punteggi ottenuti sono stati confrontati sia coi valori normativi del test in esame, sia con i risultati ottenuti dal gruppo di controllo, composto da 17 soggetti, presentato in un recente lavoro (3), compatibile col nostro campione clinico.
Analisi dei dati: Attraverso l‟utilizzo dell‟indice statistico one-sample T test abbiamo osservato che 6 indici del nostro campione,(R),F+%,G+%,BAN%,A%,H%, mostrano una 1differenza statisticamente significativa, in confronto ai corrispettivi del campione di controllo; è stato inoltre verificato il rapporto H/ Hd+(H)+(Hd)

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